Perfetti sconosciuti

by Andrea Paone

Iniziò tutto da un: “ciao, molto piacere. Io sono…”. Che bello, non credete?

Pensateci, ogni volta che avete iniziato una conversazione con qualcuno che sia del vostro stesso sesso o no, non sapevate come sarebbe andata a finire.

Una sorta di viaggio nell’ignoto. Siamo degli esploratori senza una meta precisa.

Alla fine, se ci pensiamo, la vita è fatta di piccoli gesti, piccolissimi cenni, impercettibili all’occhio umano ma chiarissimi al nostro subconscio. 

Si parte sempre da un saluto, poi si prosegue – di solito – con un: “che fai nella vita?”… E mentre la persona te lo dice, voi pensate quasi sempre: “Come ha detto che si chiama?” Sì, perché ogni volta che qualcuno si presenta noi pensiamo a come ci chiamiamo, perché non lo so… forse abbiamo paura di sbagliare una delle due parole che sentiamo da quando siamo neonati. L’altra è Debito Pubblico.

Della conversazione quindi capiamo qualcosa, anzi poco, direi niente… In quel momento siamo realmente degli analfabeti funzionali, dallo sguardo vacuo e infatti captiamo che “adesso tocca a noi parlare” dal silenzio del nostro interlocutore. Iniziamo a sciorinare roba… ma la persona non capisce niente, perché anche lei sta pensando: “come cazzo si chiama questo qua?! Speriamo che arrivi qualcuno e si presenti di nuovo”. L’arrivo di una terza persona X ha salvato migliaia di conoscenze.

Questo nel 99% dei casi, tranne quella volta che il nome vi entra in testa subito. Magari si chiama come un vostro familiare, come un vostro amico o magari si chiama “Debito Pubblico”. Quella volta lì è speciale. Ogni relazione, ovviamente, ha la sua storia.

Quando scatta qualcosa, sembra che ci si conosca da sempre, i pensieri sono gli stessi, da sconosciuti si diventa intimi, ci si confida, si fanno cose, ci si diverte. Alcune cose sono quasi sempre uguali che sia amore o amicizia, i primi tempi sono quelli idilliaci, quelli in cui vi sentite ogni giorno, uscite sempre, vi sembra che le canzoni parlino di voi (non volevo essere io a dirvelo ma… No, non parlano di voi, non siete importanti, al massimo soltanto banali).

Il momento della verità però è tutto al primo litigio, se quello passa e non ci si divide, beh… ecco che veramente siamo al top ed è la dimostrazione lampante che non avete iniziato una relazione d’amore o d’amicizia con Matteo Renzi.

Pensateci, superata quella fase, sarà possibile fare tutto. Perché la persona conosce il bello ed il brutto di voi. Vi supporta e sopporta allo stesso tempo. Ci sono amicizie e relazioni che durano e proseguono per anni. E tutto è partito da: “Ciao, piacere…”, tutto da un semplice saluto. Con quelle persone che un attimo prima erano delle sconosciute o poco più, rischiate di condividerci un passo della vostra vita o addirittura una maratona. La vita è meravigliosa se ci pensate, un attimo prima non esiste e dopo potrebbe essere il vostro Mondo.

A volte si commettono errori durante questa maratona che possono portare alla fine della gara. Quante volte vi sarà capitato?

Pensiamo a due che si sono innamorati al liceo, fanno l’università, le erasmus e arrivati a 30 anni si mollano, nel pieno della loro vita. Più di metà vita insieme, le partite a carta con i nonni che non ci sono più, le vacanze al mare, le cene con i genitori, crescere insieme, le prime volte, i dischi regalati, le canzoni consumate, le lettere, le risate, i pianti, i film, i nomignoli, tutto questo finisce nel e dal nulla. Da sentirsi ogni giorno a salutarsi con un cenno forse… quando vi vedete in centro.

Personalmente nella mia vita ho amato, ho odiato, ho stretto centinaia di amicizie, altrettante le ho perse ma una cosa è sempre stata uguale: la consapevolezza.

Perché l’importante non è che sia finita, ma che comunque sia iniziata.

Anche se da sconosciuti ormai siamo diventati degli estranei, l’unica consapevolezza che ho è pensare che quando mi vedrai per strada ricorderai il mio nome.

In fede,

Debito Pubblico.

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